Si è innamorata di me perchè ero sudato

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , | Posted On martedì 29 giugno 2010 at 20:15

Lui dice: “Metà dei camion che girano per le strade son vuoti e inquinano”. Rispondo: “Lo so da 25 anni che metà dei bilici che girano son vuoti: e allora? Cosa teniamo a casa i camionisti a fare?”. Se c’è una cosa che fa diventar matto un camionista è star fermo a casa: dà i numeri, litiga con la moglie, sta sul divano tutto il giorno in canottiera. I figli vedono, non è bello.

di Maurizio Milani circa Beppe Grillo

In poche righe la poetica del più grande comico surreale italiano. Di cui vi volevo rendere partecipi. Prima che gli ultras dell'Inter vadano a recuperare la macchina da scrivere che la troupe di Licia Colò ha lasciato qualche anno fa in dono ad una tribù di Masai. Sia chiaro..

A e B al bar di Pomigliano

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , , , , | Posted On sabato 19 giugno 2010 at 14:21

a-Sai cos'è che cosa mi fa girare di questo accordo sugli operai Fiat di Pomigliano?
b-No.. dimmi?
a-E' un pò come un ritorno alla condizione dell'operaio ottocentesco in epoca Rivoluzione industriale. Lo si attraeva dalle campagne in città con la promessa di lavoro. Sì ma che lavoro era, ti ricordi?
b-Beh gli si prometteva vitto e alloggio, quindi condizioni base per l'esistenza. Considera che comunque nelle campagne il contadino non aveva tendenzialmente lavoro.
a-Giusto. Ma contestualizza il discorso. Siamo nel 21esimo secolo. Secolo in cui, dopo battaglie civili e sindacali pagate a caro prezzo, per l'operaio si dovrebbe essere creata una situazione tale per cui le condizioni di lavoro non siano più assimilabili a quelle di una bestia. Orari di lavoro pazzeschi, premi sulla sovrapproduzione al prezzo di condizioni disumane (12-13 ore di lavoro quotidiano in fabbrica non solo mica paragonabili alle stesse fatte da un manager!) e possibilità di migliorarle solo a patto di essere ricattato.
b-Dai dai non fare polemica.. soliti discorsi: lotta di classe, comunismo, falce e martello, mangiabambini.. Ma se non si lavora mica si mandano avanti le ditte!?!?
a- Un conto è il lavoro come dovere (ti ricordo che la condizione di schiavitù è stata abolita da tempo). Un conto è il lavoro come diritto ad essere retribuito per la prestazione di un servizio. Che deve essere sempre e comunque tutelato.
b- Ho capito ma pensa alla crisi di questi anni. Qui han tirato troppo la cinghia e ora quasi tutti finiscono in cassa-integrazione. La scelta è tra morire o sopravvivere anche se a condizioni un pò meno civili.
a- Bravo! Hai centrato il nocciolo del problema. Non è una questione di lotta di classe o dietrologia che farebbe comodo solo a chi pensa ancora alla massificazione dell'operaio come strumento per ripartire. In un lampante passaggio della storia come questo, in cui per ridurre i costi di produzione o si mette con le spalle al muro l'operaio o si investe pesantemente in automazione dei processi produttivi, è fondamentale non venire meno ai diritti del prestatore di manodopera. Quel che vorrei farti capire è che qui si sta offrendo a queste persone di non morire con un colpo sparato in testa ma di morire di un male incurabile che non si sa quanto ti farà durare ma che ti farà vivere sempre meno e sempre peggio.
b- Che esagerato! Quindi mi stai dicendo che è meglio morire subito che soffrire e resistere di più?
a- Resistere?! Ma ti pare una forma di resistenza o di lenta assuefazione? Pensaci bene. La forma del punto d'incontro, mascherato da ricatto, sarebbe questa: reintroduciamo la produzione della Fiat Panda in Italia a Pomigliano. Riduciamo l'assenteismo e le pause in generale per il lavoratore che però mi deve garantire una maggiore produttività. Una maggiore produttività di uno di cui già misurano il rendimento in base all'angolazione del bacino (cit. Veltroni), per intenderci. Risultato: si richiede uno sforzo ancor maggiore a chi già dovendo stare su una catena di montaggio è costretto ad un lavoro standardizzato e ripetitivo. Poco gratificante e già per definizione poco valorizzato. Svalorizzarlo ulteriormente mi pare davvero troppo.
b- Beh ma guarda che fino ad ora la Panda la producevano in Polonia, senza che nessuno si sia lamentato, a bassi costi e con ritmi di produttività tra i più alti d'Europa.
a- Quasi tutto vero. Tu dici che nessuno si lamenta. Ma bada che l'aumento dell'orario lavorativo sui doppo turni è stato pagato a caro prezzo dai lavoratori polacchi (il cui costo era già di per sè molto basso). Straordinari e premi di produzione pagati solo al 40% e ovviamente sindacati zitti e sodomizzati dai vertici Fiat. Succede spessissimo così quando si esternalizza la produzione, non credere.
b- Sì ma dunque cosa vorresti, fammi capire?
a- Semplice: che gli errori dirigenziali o gli sciagurati investimenti passati del governo e della Fiat non si ripercuotano su chi ha sempre garantito il proprio apporto per contratto alla produzione. Ossia il lavoratore diretto. L'accettare di mantenere la produzione in Italia non può essere barattata con la perdita di condizioni di lavoro fondamentali.
b- Eh ma Marchionne dice che i lavoratori lunedì hanno scioperato perchè giocava l'Italia. E'stato uno sciopero farlocco.
a- Farlocco semmai è il referendum a cui sono sottoposti i lavoratori di Pomigliano dalla stessa Fiat: un aut-aut che sottointende quanto ti ho appena detto. Scegliete pure come morire cari lavoratori, che tanto il vostro destino è segnato.
b- Sacconi l'hai sentito piuttosto? Dice che si è giunti ad una svolta nelle relazioni tra sindacati ed azienda. I sindacati che si rifiutano sono solo ancorati a posizioni conservatrici e senza futuro.
a- Io dico solo che se si crea un precedente da questo episodio allora è la fine definitiva per il mondo del lavoro salariale della grande industria di massa. Svalutare ulteriormente una condizione già di per sè precaria e disagiata vuol dire cedere la palla a chi, per far sopravvivere il lavoro meno qualificato, mette sul piatto della bilancia la rinuncia ad alcuni diritti fondamentali. Questo per me è intollerabile. I sindacati hanno fatto indubbiamente degli errori, ma ergersi a difesa dei lavoratori di Pomigliano poteva essere un'occasione per ritrovare l'unità. E invece..
b- Caspita mi hai convinto. La situazione è davvero drammatica. Cambiamo discorso va! Hai sentito di quelli di Radio Padania che tifano contro l'Italia? E' su tutti i giornali..

Latte alle ginocchia

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , | Posted On mercoledì 16 giugno 2010 at 21:32

Abbiamo voluto (quasi tutti) la globalizzazione dei mercati. E ovviamente il latte dei nostri produttori viene da loro venduto ai cosiddetti intermediari di mercato (i vari Nestlè, etc.) a prezzi bassissimi. 0,30 euri al massimo. Questi è da sapere che hanno mediamente un costo pieno industriale per litro di latte venduto nell'ordine dei 0,37 euri. Ora ci si chiede come questi facciano a campare. Come possano fare a sussistere un'intera generazione di allevatori e coltivatori che hanno da sempre incentrato il loro business sulla produzione e vendita di latticini. I subprime al governo ed in Europa hanno voluto le quote latte da regolamento comunitario per prelevare una percentuale fissa dagli introiti sulle quantità di latte prodotti in eccesso rispetto a quelle pattuite (le quote latte appunto), per poi ottenere che ai consumatori venisse venduto latte che è per metà nostrano e per metà miscelato con latte in polvere proveniente dall'estero. A totale insaputa della Commissione per le Politiche Agricole? Mah.. Sta di fatto che poi ovviamente ce lo troviamo nei banconi dei vari supermercati alla modica cifra di circa 1,50 euro al litro (si legga latte fresco). Di questi tempi fare delle piccole rivoluzioni dal basso per dire No a queste cose è alla nostra portata. Altro consumo.

Plagyricon

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , , , , , , , | Posted On sabato 12 giugno 2010 at 11:13

La mia personale opinione del Luttazzi comico si è molto consolidata del tempo. La sua fama e popolarità l'ha ottenuta per merito delle sue spiccatissime qualità di mancanza di peli sulla lingua, degli incisivi attacchi al mondo dei benpensanti e della politica (vinse tra l'altro la Zanzara d'oro nel 1989) e della genialità dei suoi tempi comici. Storici ad esempio i suoi personaggi in Mai dire Goal quali Panfilo, Maria Lippi, il prof Fontecedro e Luisella.
Personalmente l'ho apprezzato assai in Satyricon, il suo personalissimo talk-show american-style nella libertarissima raidue del grande Carlo Freccero (quelli erano bei tempi!) che risale ormai al 2002. Ricordo in particolare le interviste a Capossela e a Travaglio, molto prima che i due diventassero celebri e soprattutto Travaglio entrasse violentemente nella scena quotidiana giornalistica, televisiva e teatrale italiana. Circa la sua comicità negli ultimi anni però credo si sia troppo fossilizzata su due bastioni centrali: Berlusconi e la f**a. Senza questi due must credo che a Luttazzi mancherebbe pesantemente materiale da cui attingere per il suo lavoro.
In questi giorni i giornali italiani danno seguito al video diffuso via Youtube e Facebook in cui il comico di Santarcangelo di Romagna viene accusato di aver copiato circa 500 battute. Lui sceglie, oltre al suo sito ufficiale, il Fatto quotidiano per rispondere a tutte le critiche pervenute. Qui ribatte che è normale che un comico di ispiri ad altri colleghi, vedi Allen con Groucho Marx, ma in tale caso pare si sfiori il plagio. Almeno questo è quello che scrivono i giornali e quello che sostengono anche molti suoi fan delusi. Lui però cita, non ripete.
Io rimango piuttosto un pò costernato quando leggo che sarebbero soprattuto i giornali di destra ad averlo fatto circolare in maniera così capillare quel video. Bah. E' vero che Libero ed Il Giornale ci hanno marciato un pò sopra ma guai a sottovalutare come anche L'Unità e la Repubblica abbiano riportato i fatti in maniera molto netta, chiedendo esplicitamente delle repliche all'interessato. Mai giunte se non in questa intervista, che per il comico mi è parsa più un J'accuse generalizzato che altro. Un modo di imporsi alla Marchese del Grillo. Alla Io sò io e voi nun sete un cazzo.

Solo il 62% degli Italiani festeggia il 2 giugno

Pubblicato da Cappellaio | Etichette: , , , , , | Posted On mercoledì 2 giugno 2010 at 19:29

Berlusconi ha chiamato a in diretta a Ballarò per dire che lui ha il 62% degli italiani dalla sua parte. Ora, da che mondo e mondo i sondaggisti hanno un algoritmo di indagine che si dispone di mezzi e uomini per realizzare il proprio servizio di consulenza per partiti, piuttosto che per giornali, che è assolutamente segreto. Segreto collegiale per l'appunto. Il premier è da quando è salito a Palazzo Chigi per la seconda volta, nel 2001, che continua a dire di avere il 62% degli italiani dalla sua parte. Con il passare del tempo, tra alti e bassi negli indici di gradimento, lui ha sempre comunicato quella cifra. O ha fatto anche quando è stato per due anni all'opposizione. Il giorno dopo le politiche del 2006 disse di avere comunque il 62% degli italiani che stavano dalla sua parte. Altrimenti non avrebbe potuto nemmeno giustificare il sospetto che aveva lanciato su presunti brogli elettorali che si sarebbero verificati a sfavore del centro-destra. Sasso lanciato nel vuoto chiaramente.
Oggi che è il giorno della festa della Repubblica mi rendo conto dell'imbarazzo che avrebbe creato la presenza delle autorità in quota Lega alle manifestazioni che da protocollo prevedevano l'inno di Mameli. Perchè quindi non uscirsene con La gatta di Gino Paoli, come suggerito da Maroni? Questa hit diventerà l'inno ufficiale della nazionale padana. Sì, proprio di quella squadra la cui illuminante gestione ha portato il Trota al salto diretto tra la terza superiore ed il consiglio regionale lombardo.